Dicono che essere del segno dello Scorpione lascia un segno indelebile, riconoscibile: nessuno ci può fermare.
Infatti il mio amore per la scuola, o meglio per i ragazzi, non si ferma nemmeno davanti al fatto che, dopo aver insegnato Italiano e Storia per 35 anni, buona parte all’ITC “C.Colombo” di Sanremo, adesso sono in pensione da 17!
Per fortuna, nel tentativo di tenere il passo con i tempi, ho dei maestri d’eccezione: figli (4) e nipoti (6).
Ho rovistato un po’ fra le mie “sudate carte” e ne ho trovato qualcuna che potrebbe, forse, essere ancora utile ai miei giovani colleghi. Così, grazie all’aiuto di una splendida web-designer, le condivido come un piccolo seme, una provocazione, il lancio di una palla che spera nel ritorno: commenti, scambi, incoraggiamenti fra tutti voi che siete in prima linea e chi, come me, può guardare il “campo di battaglia” da una prospettiva di ripensamento e di ricerca dell’essenziale. Può darsi che qualcosa sia superato, ma spero sia di stimolo per un proficuo confronto, soprattutto fra chi ha… le mani in pasta.
Per me la scuola è stata davvero una bella esperienza: felice sempre di entrare in classe, sempre innamorata dei miei alunni (specie quelli più lenti e timidi), sempre lezione con la porta aperta, e sempre stravolti tutti, alunni ed io, al termine di una lezione che magari ci ha coinvolto “anima e corpo”, ma ci ha fatto sentire migliori. Adesso, da questo punto di vista rétro, rivedo gli errori e le lacune, mie e del sistema, che forse, mettendosi in gioco in prima persona e sfruttando bene la tecnologia, si potrebbero colmare e sanare.
Se dovessi lasciare in eredità una sola parola, direi: ASCOLTIAMOLI i nostri ragazzi! Spesso sono scrigni chiusi con cento chiavi, nascosti dietro muri altissimi, ma, proprio per questo, fragili, in attesa che qualcuno li veda e creda in loro.
Con lo stesso intento di costruire ponti, ho scritto alcuni libri: due autobiografie e due romanzi. Per capire, per condividere, per tirare fuori le rabbie nascoste, e possibilmente, sorriderne insieme. Chi li ha letti, ha avuto la bontà di dire che “fanno bene al cuore”.
Franca Soracco