PUNTO ZERO

C’è chi lo fa “dalla nascita” e chi ha imparato strada facendo.
C’è chi ne ha voglia e chi no.
C’è chi punta sulla quantità (parlare a perdifiato) e c’è chi punta sulla qualità (parlare poco, ma bene).
Si può parlare per raccontare, per convincere, per progettare e per sognare, per litigare e per fare pace, per mentire o per dire la verità…

In ogni modo la parola è un mezzo di comunicazione, il primo da quando l’uomo è sulla terra: la sua prima conquista.

Oggi qualcuno osserva che i giovani parlano sempre meno: preferiscono mandarsi una email o un messaggio sul cellulare oppure … tacere!
Addirittura arrivano ad inviarsi un SMS a chi gli sta seduto di fronte al tavolino del bar, usando per giunta un gergo criptato.

Forse bisogna ri-trovare proprio questo gusto di comunicare con i propri simili.
Quindi un po’ bisogna re-imparare a parlare, ad esprimersi.

Si può farlo a scuola?

Con il dilagare di test, questionari, esercitazioni al computer, è sempre più raro che un alunno debba “dire la lezione”.
Allora ci si limita a brevi momenti di colloquio: rispondere ad una domanda o chiedere spiegazioni, chiacchierare con un compagno o passargli dei suggerimenti. 
Diciamolo: i nostri ragazzi parlano poco, perché non hanno diritto di parola, se non nei tempi e nei modi imposti dall’andazzo scolastico, dove “il manico del coltello” è sempre in mano al docente.

 

PIANO D’AZIONE

Occorre un training: graduale, paziente, motivato, e soprattutto deve essere voluto, pensato e curato da tutto lo staff degli insegnati, naturalmente!
Infatti ogni materia  (e ogni docente) ha il suo lessico specifico, le sue connessioni logiche, il “respiro”.

Spesso gli adolescenti sono proprio i più “musoni”, o perlomeno tendono ad diventare introversi, anche se fino all’anno prima erano sereni e socievoli. Quindi non va dimenticata anche la particolare fase che i ragazzi stanno vivendo con tutti i cambiamenti che questa comporta. Nascono pensieri e sentimenti nuovi e quindi i giovani hanno bisogno di scoprire ed imparare ad usare parole nuove.

Occorre verificare che le parole non hanno sempre il senso che ci indica il vocabolario. Un semplice “no”, a seconda del tono con cui viene pronunciato, può voler dire “non so”, “forse”, “devo pensarci”… Forse può anche voler dire “sì!”.

Parlare: sembra niente. E invece è una bella fatica. Un bel lavorone per chi vuole aiutare i giovani ad esprimersi, a crescere!!!

LABORATORIO

  1. Spiega in cosa consiste l’attività sportiva che pratichi o che ti piacerebbe praticare.
  2. Spiega, ad uno che lo ignora, qualcosa che tu conosci bene: come si crea una storia su Instagram, come si smonta un motorino,
  3. Spiega, se la conosci, quale tecnica è meglio seguire per eseguire un puzzle in breve tempo.
  4. Gergo sportivo. Es: nel gioco del calcio spiega cosa si intende per “assist”, “fuori gioco”, “fallo”,
  5. amici, quindi devi descriverla solo a prole. Poi si confronta il racconto con la foto.
  6. Descrivi a parole un personaggio di successo, senza dirne il nome. Bravo se sei chiaro e i compagni capiscono chi è.
  7. Ripeti a modo tuo il brano di una canzone che ti piace e spiegala nel significato che ti colpisce.
  8. Una parola, tanti significati. L’insegnante pronuncia la stessa parola, con toni diversi, che corrispondono a significati diversi. Es. “Ciao!” (non ti voglio più vedere, ci vediamo presto, mi dispiace che tu te ne vada), “Perché?” (non capisco il motivo del tuo comportamento, spiegami perché non vuoi uscire con noi, posso sperare che mi farai un bel regalo? “Basta!” (ho mangiato troppo, non ne posso più di te, sto ridendo a crepapelle)
  9. Leggi il testo di un problema di matematica e prova a ricamarci sopra una storia, aggiungendo personaggi, luoghi, avvenimenti vari, che possano ampliare il problema che viene esposto. (anche per un tema in classe)
  10. Devi far capire ad un amico che una cosa che ha fatto ti ha ferito molto. Non vuoi litigare, ma vuoi anche evitare che la cosa si ripeta. Cosa gli dici?
  11. Vuoi convincere un amico a partecipare ad una festa: cosa gli dici?
  12. Vuoi convincere un amico che la squadra per cui tifi è la migliore. Quali argomenti porti?
  13. Vuoi convincere un amico a partecipare ad una gita che lui ritiene noiosa e troppo stancante. Quali argomenti usi?
  14. Vuoi convincere i tuoi genitori a partecipare ad una gita che loro ritengono pericolosa. Cosa gli dici?
  15. Hai in mente un posto dove passare le prossime vacanze di Natale con la tua famiglia. Come li convinci?

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